Studio Carlo Solimena

Psicologia - Psicoterapia - Sessuologia Clinica

| Disturbi nervosi

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I disturbi nervosi riguardano problematiche mentali o psichiche dove non si riscontrano cause organiche specifiche


Nella cura dell’ansia bisogna distinguere l’ansia normale, da quella nevrotica o patologica. L’ansia nevrotica o patologica è quella che si ha quando il modo in cui è vissuta è caratterizzato da una sensazione di profonda debolezza, d’insicurezza diffusa, al limite della dipendenza, cosi che l’individuo non riesce ad andare avanti. I sintomi dell’ansia patologica si possono suddividere in tre gruppi:
  • Sintomi psicologici: stato di allarme, irrequietezza, irritabilità, disturbi del sonno, dell’attenzione, della concentrazione, disturbi della coordinazione motoria.
  • Sintomi sociali: peggioramento delle capacità di amare, provare affetto e interesse sessuale.
  • Sintomi somatici: tensione muscolare, tremori, sudorazioni profuse, alterazioni vasomotorie, palpitazioni, dispnea.
L’angoscia è uno stato di tensione interiore spiacevole: indica un pericolo per la persona e si differenzia dalla paura in cui la minaccia proviene dalla realtà esterna. Nell’angoscia si avverte il pericolo come interno, mediante segnali che insidiano l’integrità psicofisica della persona e la propria serenità. Le cause principali dell’angoscia sono:
  • La paura di fare o farsi del male;
  • La paura di perdere una persona cara;
  • La paura di perdere il prestigio sociale o la condizione sociale raggiunta.
In genere la reazione ad un pericolo è utile e indispensabile in quanto prepara l’individuo alla risposta. Ma in certe reazioni di angoscia, la sensazione del pericolo ha l’effetto contrario perché disorganizza questa preparazione che nella paura porta alla fuga o alla reazione di attacco. Si parla allora di stati di angoscia, crisi di angoscia, che se prolungati nel tempo determinano la nevrosi d’angoscia. I sintomi caratteristici della nevrosi d’angoscia sono: tensione psichica, sensazione di soffocamento, palpitazioni, fitte al petto, disturbi addominali, disturbi visivi, ansia, astenia fisica, sessuale e intellettuale, nausea e a volte vomito, sonno disturbato, insonnia, incubi.
Una fobia può insorgere da un’iniziale nevrosi d’ansia, può essere intesa come una forma di evitamento di una situazione o un particolare oggetto temuto da una persona in modo anomalo. Le fobie si possono dividere in due grandi gruppi caratterizzanti l’oggetto della stessa:
  • Fobie comuni: paure esagerate per situazioni o cose che tutti possiamo temere quali pericoli, malattie, notte, solitudine, morte, etc.
  • Fobie occasionali - paure che si verificano in condizioni particolari quali l’agorafobia o la claustrofobia, nelle quali il panico insorge rispettivamente di fronte a spazi aperti o chiusi, mentre nell’uomo normale non ispira alcun timore.
Le ossessioni si definiscono sulla base del carattere compulsivo dei sentimenti, allora si parla di nevrosi ossessiva, caratterizzata dall’insistenza di certe idee, pensieri o rappresentazioni non sempre giustificate al punto da provocare nel soggetto comportamenti del tutto ingiustificati, accompagnati da forte emotività. L’oggetto dell’ossessione può apparirà fuori luogo mentre lo stato emotivo a esso connesso è comprensibile mediante meccanismi psichici difensivi specifici. I sintomi classici della nevrosi ossessiva sono:
  • Pensiero compulsivo;
  • Attività compulsiva;
  • Riti di pensiero magico;
  • Affaticamento e astenia psichica;
Si è soliti distinguere la depressione endogena, cioè che nasce 'dal di dentro', da quella reattiva, cioè da episodi o avvenimenti luttuosi o molto tristi. In genere si parla di depressione grave o lieve, ma sono molte le forme e la classificazione di questa malattia mentale. Nella depressione c’e sempre un’alterazione dell’umore, con diminuzione di autostima e bisogno di autopunizione, senso di inutilità, mancanza di fiducia nell’altro con paura in parte profonda di affrontare il divenire della realtà. Stati depressivi sono spesso accompagnati dall’ansia, angoscia e nelle forme più gravi da manie e tentativi di suicidio.
La timidezza è un disagio psichico, espressione di inibizione fisica e mentale. Si manifesta in situazioni sociali con difficoltà nell’espressione verbale (Vedi Balbuzie), con arrossamento del viso e palesare una fobia (ereutofobia), fino all’impaccio gestuale e cinetico. La timidezza può essere occasionale oppure tipica di certe persone ed evidenziare un senso di inferiorità nella socializzazione.
I tic sono movimenti ripetitivi, rapidi e stereotipati espressi nella mimica e nella gestualità corporea. Essi non sono controllabili dalla volontà, mostrano una tensione del soggetto e si accentuano in situazioni emotive e stressanti. Quando non dipendono da lesioni organiche è chiara l’origine psicogena, collegata a un affetto, rabbia, angoscia, imbarazzo, pulsione sessuale in genere repressa.
La balbuzie è un disturbo del linguaggio in cui la normale fluidità del discorso è interrotta da involontarie esitazioni, interruzioni, ripetizioni a scatto e blocchi. Nel giovane adulto la comunicazione verbale e i rapporti interpersonali divengono ansiogeni, e il soggetto sviluppa timidezza (Vedi Timidezza) e tendenza all’isolamento.
Tale sintomatologia può comportare aspetti fobici e ossessivi.
I disturbi dell’alimentazione: dalla fame nervosa all’obesità, dall’anoressia alla bulimia, sono sempre preceduti e accompagnati da altre problematiche psicologiche quali: 'Ansia da vuoto', inibizione per specifici alimenti, depressione, etc. L’alimentazione rappresenta per ognuno di noi una fonte primaria di benessere, ma quando è associata a un malessere tutti gli stimoli emotivi sono coinvolti. Il nostro corpo manda dei segnali che è bene non sottovalutare (vedi Disturbi gastrointestinali).